Provvisorio (...da finire)
L' uomo è un essere intelligente unico e privilegiato. Non trovi che sia esaltante? ...ma poco credibile.
Io non ho mai avuto dubbi, non siamo soli! E chi ne dubita ha una concezione dell' universo davvero superata: come si può credere che l' universo abbia riservato il privilegio della vita ad un solo piccolo pianeta? Ed ora sappiamo che, anche se in forme elementari la vita esiste nell' universo, e cade sulla terra su asteroidi sottoforma di microorganismi insignificanti e non di certo intelligenti (insignificanti fino ad un certo punto... molte malattie non sono altro che microorganismi).
La ricerca della vita nell' universo penso sia un' obbiettivo che l' uomo si è sempre prefisso da sempre.
Ci sono, e ci sono state, filosofie e religioni orientali che ammettono che l' uomo non è solo nell' universo (per esempio il Buddhismo).
Metrodoro di Chio, filosofo greco affermava che non era pensavile che vi fosse un solo mondo abitato nell' infinito universo. Lo stesso pensavano i latini: Lucrezio, nel De rerum natura scriveva:
«...bisogna dire che esistono in altre parti altri mondi, e vari generi d' uomini e qualità di animali. Aggiungi che non v' è cosa unica e sola, di regola, unica e sola nel nascere, sola nel crescere, tale che non si ascriva a una qualche specie di cui gli esemplari non sian moltissimi.
(...)
Devi pertanto concludere che al modo stesso la terra e il sole, e il cielo, e la luna, e il mare, e il resto, non sono unici, anzi in numero innumerevole, dato che hanno prescritto alla vita anche essi un termine fisso, e constan d' una materia mortale, come ogni specie che abbonda, quì, d' esemplari propri».
Poi si passò alla scienza aristotelica, durato 15 secoli, un vero "black-out" del progresso in tutti i campi.
Si arrivò alla rivoluzione copernicana, nei primi del '500, quando Copernico collocò il sole al centro del sistema solare, togliendo alla Terra questo privilegio. Fu un duro colpo al principio dell' antropocentrismo, in base al quale l' uomo è centro e fulcro dell' universo.
Oggi sappiamo che la Terra non è al centro del sistema solare, e il sistema solare non è al centro della nostra galassia, e la nostra galassia non è al centro dell' universo, insomma, non siamo il centro di niente. Altro privilegio in meno eh?
Si può essere ancora convinti che l' uomo sia unico e centro di tutte le cose? (sopracitato principio antropico)
Ci fu più tardi una vera e propria inversione di tendenza (1700-1800), in quanto si credeva che tutti i mondi fossero abitati, pianeti e stelle, indipendentemente da tutti i fattori fisici.
Nel 1853 l' astronomo William Whewell affermò, contro le convinzioni di tutti, che i pianeti più grossi del sistema solare non potevano essere abitati perché costituiti da gas e aveva quindi intuito che la vita aveva bisogno di alcuni requisiti chimici e fisici per svilupparsi.
Oggi abbiamo una conoscenza abbastanza approfondita delle possibilità di vita nel nostro sistema solare.
Ma nella ricerca della vita nell' universo bisogna considerare l' enormità delle distanze cosmiche.
Di civiltà tecnologiche si sono occupati Freeman Dyson (fisico) e N.S. Kardasev (astrofisico) e hanno definito i vari tipi di civiltà tecnologiche in base al progresso raggiunto.
Per fare una stima delle possibilità dello sviluppo della vita su altri pianeti, bisogna avere qualche cognizione delle condizioni necessarie affiché essa possa svilupparsi, indipendentemente dalla sua origine.
Prendiamo ad esempio la Terra (comodo no?). Un pianeta di piccole dimensioni che ruota intorno ad una piccola stella non troppo calda ad una distanza né troppo vicina né troppo lontana da essa in modo da essere soggetta ad escursioni termiche limitate (-20°C e 60°C).
Il carbonio sembra essere determinante inquanto gli altri elementi chimici tendono a non formare legami complessi come quelli del carbonio.
Stima | Pessimistica | Ottimistica |
---|---|---|
Numero di stelle della Galassia | 100 miliardi | 300 miliardi |
Stelle a lenta rotazione | 93% 93 miliardi | 93% 279 miliardi |
Stelle di tipo solare | 25% 23,2 miliardi | 25% 69,7 miliardi |
Stelle singole | 40% 9,3 miliardi | 40% 27,9 miliardi |
Stelle di popolazione I° | 10% 930 milioni | 10% 2,79 miliardi |
Stelle con pianeta in posizione opportuna | 50% 465 milioni | 50% 1,39 miliardi |
Stelle con pianeta simile alla Terra | 10% 46,5 milioni | 50% 697,5 milioni |
Stelle con pianeta "abitabile" | 50% 23,2 milioni | 50% 348,7 milioni |
Stelle con pianeta e vita batterica | 3% 697.500 | 92% 320,8 milioni |
Stelle con pianeta e civiltà tecnologica | 2% 13.950 | 60% 192,5 milioni |
Volume equivalente occupato da civiltà tecnologiche | 80.000 miliardi |
80.000 miliardi |
Distanza media delle civiltà tecnologiche nella Galassia | 1790 al | 75 al |
Numero delle galassie nell' Universo | 10 miliardi | 100 miliardi |
Numero di civiltà tecnologiche nell' Universo | 139.500 miliardi | 19,25 miliardi di miliardi |
Raggio stimato dell' Universo osservabile | 16 miliardi al | 16 miliardi al |
Distanza media tra le Galassie nell' Universo | 12 milioni al | 5,5 milioni al |
1 al = 1 anno luce = 9500 miliardi di chilometri |
Le due stime presentate si diversificanoper il numero totale di stelle assunto per galassia, che varia di un fattore 3 (100 o 300 miliardi).
La tabella ci dice che avremmo così circa 14.000 civiltà tecnologiche nella nostra Galassia nel caso pessimistico (ovvero 1 stella su 7 milioni ne sarà interessata) e 192 milioni circa nel caso ottimistico (1 stella interessata su 1560).